“Le parole sono importanti”. Il protagonista di Palombella rossa, che rimaneva attonito di fronte a “trend negativo” e reagiva con veemenza all’uso di “kitsch” e “cheap”, probabilmente mi schiaffeggerebbe per questa infografica infarcita di termini anglosassoni, ma devo correre il rischio.

Se è vero infatti che è preferibile utilizzare parole ed espressioni presenti nel vocabolario della lingua in cui si scrive, è altrettanto vero che per tradurre in italiano determinati concetti occorrono talvolta lunghe parafrasi, che spesso vanno ad inficiare la precisione del concetto espresso nell’altra lingua.

Abbiamo già parlato del nuovo linguaggio globale che mescola e fonde parole e significati, significa forse che siamo destinati, in breve tempo, ad esprimerci tutti come i Minions?

Personalmente tendo ad escludere questa ipotesi – anche se sarebbe divertente – credo invece che, al di là della necessaria e doverosa conoscenza corretta della nostra lingua madre, saremo sempre più stimolati da nuove parole provenienti da mondi e culture diverse e forse, seguendo le suggestioni di tali parole, saremo in grado di produrre nuove idee.

 

Parole-chiave 2016