Al World Economic Forum in corso in questi giorni a Davos si parla di quarta rivoluzione industriale, sempre più spesso si sente usare la locuzione “Digital Disruption” e numerosi sono gli incontri e i dibattiti in cui si cerca di fare chiarezza sui nuovi scenari.

World Economic Forum slide

Tra questi, molto interessante è stato ieri l’incontro milanese del #HPEDigitalTour.

Vari gli spunti di riflessione sul significato di disintermediazione, sull’opportunità e l’urgenza di nuovi paradigmi aziendali, sul coinvolgimento dei vari reparti aziendali nel cambiamento in atto. A sostenere la discussione, la presentazione di due ricerche di mercato condotte dall’Osservatorio digitale del Politecnico di Milano e da ZeroUno in collaborazione con Digital4Executive.

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In particolare, su un campione di 143 imprese intervistate è emerso come le tecnologie digitali siano considerate rilevanti per il lancio di nuovi prodotti e servizi, per ridefinire l’organizzazione interna all’azienda o per creare nuove forme di relazione con clienti e fornitori.

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Dati ricerca ZeroUnoWeb

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Cosa significa “Nuove forme di relazione / collaborazione con clienti e fornitori”?

Vuole dire che le Aziende possono oggi sfruttare le caratteristiche specifiche delle diverse attività di Digital Marketing per consolidare il loro posizionamento nei mercati di riferimento.

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Come? In primo luogo occorre definire una strategia che tenga conto del livello di digitalizzazione effettivo interno all’azienda e di quello che si vuole raggiungere, ovvero occorre rendersi conto che non si può non aderire al cambiamento in atto, ma bisogna farlo attraverso un percorso personale, inscindibile dalla storia e dalla natura dell’azienda.

Una volta raggiunta questa consapevolezza, occorre impostare tutte le attività che permettono all’azienda di creare nuove forme di relazione: un sito internet aggiornato e adatto per i dispositivi mobile, campagne di marketing mirate via e-mail o sms e creazione di conversazioni rilevanti sui Social Network, oltre ad un sistema coordinato di raccolta e analisi dei dati.

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La domanda diventa quindi: è chi si occupa di queste attività in azienda? Basta un Social Media Manager per fare il salto di qualità nella comunicazione digitale? No, non basta.

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Non basta se per Social Media Manager intendiamo una figura evoluta della “storica” segretaria, ovvero qualcuno che sappia scrivere in buon italiano, conosca almeno un’altra lingua, sappia gestire un calendario delle attività, impari come funzionano le diverse interfacce Social, abbia un minimo di creatività e di competenze grafiche e sappia redigere e leggere un report in excel.

Non basta nemmeno se al Social Media Manager chiediamo qualcosa in più, ovvero delle competenze che giustifichino il termine “Manager” sul suo biglietto da visita. Quindi anche se è una persona con solide competenze di marketing e di comunicazione, capace di visione strategica, di gestione delle risorse e di relazione coi diversi reparti aziendali, il Social Media Manager, da solo, non potrà farsi carico della trasformazione nelle relazioni con clienti e fornitori.

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La verità è che serve un nuovo modo di pensare a – e di interagire con – i diversi interlocutori aziendali. Se oggi è normale che chiunque, in qualsiasi reparto aziendale, scriva una mail ad un contatto dell’azienda, domani sarà normale rispondere con un Tweet ad un cliente che chiede informazioni, mandare un messaggio diretto via Facebook a tutti i fornitori coinvolti in un certo progetto, creare gallerie di immagini su Instagram condivise con tutti i dipendenti, usare Linkedin o Slide Share per fare formazione.

Questo significa che la comunicazione aziendale, non sarà più appannaggio di un ristretto numero di persone, né potrà ritenersi esaurita con alcune pagine Web o una manciata di Post sui principali Social Network.

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Nella rivoluzione in atto, la voce dell’Azienda è quella di tutti i dipendenti e la novità è che questa voce è udibile da tutti, non rimane più “nascosta” all’interno di uno scambio di e-mail. 

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È quindi necessario che tutte le risorse aziendali siano adeguatamente coinvolte e formate, conoscano le caratteristiche e le potenzialità dei diversi mezzi di comunicazione digitale e posseggano le capacità di comunicazione necessarie per rendere ogni occasione di contatto con l’Azienda, un’esperienza gratificante, professionale, positiva.

Credo che questo sarà l’impatto della Digital Disruption sulla comunicazione istituzionale.


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