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Era da un po’ che gli utilizzatori di Facebook lo richiedevano. Like stava troppo stretto al miliardo e mezzo di iscritti al social network più popolare del mondo che mediante l’unico tasto di approvazione si sentivano limitati nella loro possibilità espressiva.

 

Da qualche giorno il Dislike si è trasformato da eventualità remota a realtà, pare imminente. Ad annunciarlo niente meno che Mark Zuckerberg in persona, ideatore e CEO di Facebok che, nel corso dell’ultimo meeting con gli sviluppatori a Manlo Park, ha reso pubblica la decisione di dar corpo alle richieste del pubblico.

 

Nel corso del meeting, tuttavia, Zuckerberg ha tenuto a precisare in maniera molto chiara ed esplicita che il tasto Dislike non vuole essere strumento per esprimere giudizio negativo in merito ad un post o un commento, piuttosto un mezzo atto a dimostrare la propria empatia, in caso di notizie ed eventi non propriamente positivi. “Ci sono momenti” ha detto Zuckerberg “in cui si vorrebbe esprimere il proprio parere con un semplice click, ma “Like” non è la soluzione appropriata”

 

Saranno forse stati i recenti fatti internazionali e le immagini sempre più agghiaccianti che ormai entrano ogni giorno in casa nostra e dinnanzi alle quali cliccare MiPiace sembra veramente fuori luogo a far cambiare idea a Zuckerberg?

Probabilmente sì, ma molto più probabilmente la necessità di rispondere ad una istanza del vasto pubblico di Facebook, anche se non esattamente secondo le aspettative degli user.

 

Più che verso un tasto Dislike, infatti, la situazione sembrarebbe evolvere a favore un Empathy button, tanto che, da quanto trapela, il simbolo non sarebbe semplicemente il pollice verso.

Certo è che, la possibilità di esprimere un NonMiPiace, consentirebbe una profilazione estrema degli utilizzatori di Facebook, ma i manager del social network per eccellenza sembrano spaventati dal fatto di trasformare la piattaforma in un luogo poco friendly dove si è costantemente sottoposti al giudizio degli altri.

 

Tutto è ancora in fase di studio e di test, pertanto, non ci resta che attendere le evoluzioni dei prossimi mesi.