Il Coronavirus, che nel giro di poche settimane ha causato la più grave epidemia mondiale dell’ultimo secolo, sta affliggendo i sistemi sanitari, sociali ed economici di moltissimi Paesi.

Il mondo intero, impreparato a questa evenienza, si trova di fronte ad una sfida aperta, in primo logo per medici e ricercatori, ma anche per politici, economisti, sociologi, artisti e imprenditori.

Un’epidemia infatti non è solo un fatto medico, ma anche sociale e può avere un impatto considerevole sul modo di percepire la nostra economia, la nostra società e i nostri stili di vita.

Nella pletora di informazioni, che quotidianamente vengono diffuse su tutti i mezzi di informazione, ci sono innumerevoli esempi di abnegazione, dedizione, coraggio e generosità. Sarebbe bello e, credo farebbe bene, avere un’intera edizione di un telegiornale o di un giornale, interamente dedicata a chi, in una situazione di emergenza, sta dando un esempio concreto di umanità e cittadinanza.

Sono centinaia le aziende italiane che si sono attivate a diversi livelli per tentare di ridurre il più possibile gli impatti negativi di questa epidemia, dalle piccole realtà alle sussidiarie delle grandi multinazionali. Non siamo in grado di menzionarle tutte, ma, attraverso alcuni esempi, vogliamo qui fare un piccolo omaggio a tutte le aziende che in maniera generosa e immediata hanno risposto a questa grave crisi sanitaria.


IL MONDO DELLA MODA

Epidemia Coronavirus gucciIn Italia, il Paese finora più duramente colpito dall’epidemia, in termini di vittime e di contagiati, si è vista la mobilitazione di tutte le grandi case di moda

Importanti donazioni in denaro sono state fatte da Valentino, Prada, Armani, Dolce & Gabbana, Geox, Diadora e molti altri ancora.

Gucci ha risposto all’appello della Regione Toscana avviando la produzione di oltre 1.100.000 le mascherine chirurgiche e 55.000 i camici che saranno donati alle strutture sanitarie regionali

Prada, sempre su richiesta della Regione Toscana, dal 18 marzo ha avviato la produzione di 80.000 camici e 110.000 mascherine da destinare al personale sanitario della Regione.

Il Gruppo Armani ha convertito tutti i siti produttivi in Italia per garantire la fornitura di camici monouso per il personale impegnato a fronteggiare il Coronavirus.

Impegnati nella produzione di mascherine e camici protettivi anche le aziende del Gruppo Miroglio, che produce mascherine chirurgiche in cotone idrorepellente ed elastan, lavabili e riutilizzabili una decina di volte, il Gruppo Calzedonia che ha riconvertito alcuni dei propri stabilimenti alla produzione di mascherine e camici, per garantire una produzione iniziale di 10.000 mascherine al giorno, destinata ad aumentare. E poi anche Il gruppo padovano Plissè, il brand bolognese Les Copains, la toscana Pellemoda, Tombolini, Manifattura Domodossola, Ermanno Scervino, Gruppo Marzotto e molti altri ancora.


LE CASE AUTOMOBILISTICHE

I grandi marchi del Made in Italy non sono solo quelli della moda.

epidemia coronavirus ferrariLa FIAT, marchio dall’elevato valore simbolico a livello nazionale oltre ad una importante donazione, ha provveduto alla fornitura di materiale medico per gli ospedali e di una flotta di veicoli alla Croce rossa per la distribuzione di cibo e medicinali. Inoltre il gruppo Ferrari sta collaborando alla produzione di componenti necessari per lo sviluppo dei macchinari per le unità di terapia intensiva.

Lamborghini, altro celeberrimo marchio italiano, ha affidato a una ventina di lavoratori di selleria, il reparto dedicato alla realizzazione degli interni e delle personalizzazioni delle Lamborghini, la produzione di 1.000 mascherine protettive al giorno, mentre dal reparto R&D dello stabilimento di Sant’Agata Bolognese saranno realizzate ogni giorno 200 visiere protettive mediche in policarbonato con l’uso di stampanti 3d.

 

 


VINI & LIQUORI

epidemia coronavirus nardiniSempre in tema di riconversione, Ramazzotti, ovvero la “Milano da Bere”, ha riconvertito alcune linee di produzione all’imbottigliamento di un disinfettante per le mani, da donare alle organizzazioni locali attive nel contrasto all’epidemia.

Lo stesso ha fatto il Gruppo Campari, che in collaborazione con Intercos, azienda leader nella produzione cosmetica, sta producendo un gel igienizzante a base alcoolica, destinato agli operatori sanitari degli ospedali lombardi.

Distilleria Nardini ha prodotto una soluzione igienizzante a 79° a base di alcol etilico, acqua e aromi naturali ottenuti dagli oli essenziali utilizzati per la preparazione della loro Acqua si Cedro. Le confezioni saranno donate agli ospedali di Bassano del Grappa, Treviso e, citando testualmente il loro post su Facebook “visto il legame centenario, forte e consolidato, tra Nardini e il mondo degli Alpini, l’alcol igienizzante verrà donato anche all’Associazione Nazionale Alpini per l’ospedale da campo di Bergamo”.

Sono decine le cantine e i produttori di vino che stanno facendo donazioni agli enti che sul territorio stanno gestendo l’emergenza sanitaria, e Assodistil, l’associazione di categoria che raccoglie una sessantina di aziende per un totale di circa il 95% di tutto l’alcol etilico prodotto sul suolo nazionale, ha ottenuto dall’’Agenzia Dogane e Monopoli l’autorizzazione a produrre alcol denaturato idoneo alla realizzazione di gel igienizzanti.


LA GRANDE DISTRIBUZIONE

Molte le catene della grande distribuzione che, oltre ad avere adottato politiche incentivanti verso i dipendenti, chiamati a continuare l’attività lavorativa in questo periodo, hanno fatto donazioni e lanciato iniziative a sostegno di diversi ospedali italiani, da Conad a Eurospin, da Esselunga a U2, in una vera gara di solidarietà.


…E TANTI ALTRI ANCORA

epidemia coronavirus elemasterTantissime sono poi le medie aziende italiane che hanno risposto con donazioni o fornendo prodotti o servizi utili per combattere l’epidemia, sarebbe impossibile citarle tutte, moltissime hanno fatto donazioni in denaro, attrezzature, ambulanze.  Molte hanno messo a disposizione le loro competenze per aiutare ospedali e protezione civile.

A titolo di esempio:

Erbolario che ha prodotto 38.000 flaconi igienizzanti distribuiti gratuitamente agli Ospedali di Lodi e Milano, Zucchetti Informatica che supporta la cura dei pazienti in quarantena con un progetto di telediagnostica, SIARE Engineering International Group, azienda emiliana leader nella produzione di ventilatori elettronici ed apparecchiature per Rianimazione, Terapia Intensiva, Pneumologia, Pronto Soccorso ed Anestesia, con il supporto del Gruppo FCA e Ferrari e di personale della Difesa, ha portato la produzione di ventilatori da 500 a 800 a settimana, Elemaster, azienda lombarda, sta portando avanti, in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca e un team  di scienziati e ingegneri di tutto il mondo, compreso il professor Arthur McDonald, premio Nobel per la Fisica 2015, un progetto per un respiratore artificiale estremamente efficiente con componenti meccanici ed elettronici facilmente reperibili sul mercato, il gruppo Isinnova di Brescia ha inventato una maschera respiratoria d’emergenza riadattando, con una valvola di raccordo una maschera da snorkeling Decathlon.


L’elenco potrebbe continuare ancora a lungo, perché sono davvero tantissime le aziende italiane che stanno mettendo a disposizione del Paese competenze, risorse finanziarie, umane e tecnologiche, in uno sforzo comune, senza precedenti nella storia recente, per far sì che l’emergenza sia presto superata, che la salute di tutti sia tutelata e che si torni quanto prima a una “nuova normalità”.