Sicuramente c’è un talento innato nel saper trovare nuovi nessi tra elementi noti, nell’immaginare accostamenti inusuali o nel visualizzare mentalmente oggetti inesistenti, questa dote però si sviluppa maggiormente quando ci si trova in un contesto creativo, a contatto con altre menti capaci di rielaborare la realtà in modo originale.

Ci sono poi alcuni “trucchi” che aiutano, veri e propri strumenti di lavoro per chi quotidianamente deve metter alla prova il proprio talento.

Tra questi gli accostamenti tra il molto grande e il molto piccolo, l’unione fantastica di elementi reali tipica nella narrazione dei mostri, l’attribuzione di una caratteristica del tutto “sbagliata” ad un oggetto come una mela blu o un martello di piume, l’inserimento di un elemento in un contesto a lui del tutto innaturale come il classico pesce fuor d’acqua e un uso sapiente di tutte le figure retoriche classiche.

Essere creativi significa quindi rompere gli schemi di una narrazione sempre uguale, lasciando spazio all’originalità e alla sorpresa.

Nel caso della comunicazione aziendale, ovviamente questo non deve spingersi fino al punto della provocazione artistica, poiché vi è sempre, come fine ultimo, la creazione di consenso verso il prodotto e il marchio, tuttavia i percorsi per arrivare a tale consenso possono svilupparsi su livelli diversi, dalla retorica sapiente all’emotività affettiva, dall’esempio all’ironia.

Di seguito alcuni esempi di pubblicità interessanti per stimolare la creatività.

Uscire dal contesto: Hello bank!

BNP rompe gli schemi della “solita” comunicazione bancaria, e si rivolge in maniera diretta e chiara ai consumatori più giovani, usando un argomento appassionante per chi ascolta: la musica.

BNP dimostra così di essere capace di capire il pubblico a cui si rivolge e di interessarsi a ciò che interessa ai giovani, si presenta quindi come una banca “giovane”, che crea empatia e con cui è più semplice dialogare, annullando il gap generazionale e culturale, pur presentando un servizio tipicamente bancario.


Unire gli opposti: Look at me


Samsung non parla delle caratteristiche tecniche dei suoi prodotti, ma sceglie di raccontare come la tecnologia può migliorare la nostra vita e lo fa con un racconto di respiro universale, da vero brand globale, basato sulla profondità del rapporto di una madre con suo figlio.

L’idea originale è accostare un sentimento così privato e ancestrale alla tecnologia così “fredda” e contemporanea. L’unione felice di questi due opposti è un esempio che rimane impresso nella memoria e convince chi lo osserva.


L’originalità del luogo comune: Hush little baby

Anche Pampers non parla del suo prodotto, ma di come i bambini possano tirare fuori il meglio da ognuno di noi, rendendo il mondo un posto migliore. Dimostra così una profonda comprensione del tema dell’infanzia, il cui sottotesto è la frase finale “Non c’è nulla che non faremmo per i bambini”. Si punta così a creare un legame di fiducia col consumatore, tanto più necessario quanto più il prodotto è dedicato ai  bambini


Persuadere con l’evidenza: Sketches

Dove prosegue con la sua strategia di comunicazione basata sulla ricerca della bellezza delle donne, non solo modelle e testimonial famose, ma anche le donne cosiddette comuni. Si esce così dagli schemi classici della narrazione della cosmesi, introducendo il tema della bellezza esteriore come risultato della bellezza che ogni donna ha dentro di sé. In questa campagna la contrapposizione tra come le donne vedono se stesse e come le vedono gli altri è uno stimolo a sentirsi più belle e più sicure di sé. Lo strumento usato per questo confronto è assolutamente originale. La sorpresa di fronte all’evidenza del risultato, stimola la reazione emotiva e rende memorabile l’esperimento.