SERP è l’acronimo di Search Engine Result Page ed è la pagina che appare sul browser quando si è attivata una ricerca tramite Google.

Ad esempio, cercando “potatura piante” viene visualizzata la seguente pagina.

Notiamo inoltre che Google ha già applicato alcuni filtri: in primo luogo fornisce risultati in italiano e in secondo luogo, nella mappa sono visualizzate le aziende nell’area di Milano. Questo significa che se la stessa ricerca fosse effettuata da un utente di Bari, verrebbero visualizzati risultati diversi.

potatura piante SERP
risultati ricerca “potatura piante”

Non avendo inserito nella query una indicazione specifica del perché siamo interessati all’argomento, l’algoritmo di Google fornisce diversi risultati: informazioni su come effettuare una potatura, informazioni su aziende e operatori che possono effettuare una potatura a pagamento, video tutorial su come procedere nelle potature.

Notiamo inoltre che Google ha già applicato alcuni filtri: in primo luogo fornisce risultati in italiano e in secondo luogo, nella mappa sono visualizzate le aziende nell’area di Milano. Questo significa che se la stessa ricerca fosse effettuata da un utente di Bari, verrebbero visualizzati risultati diversi.

I risultati presenti nella SERP dipendono principalmente da due fattori:

  • il Pagerank delle pagine, ovvero un valore che indica la rilevanza e l’importanza di una specifica pagina web rispetto ad una serie

  • i comportamenti degli utenti: ovvero le tracce che ogni utente lascia durante la navigazione e che permettono a Google di personalizzare in maniera sempre più corretta, le risposte ad una determinata query.

Per quanto riguarda il Pagerank, periodicamente escono articoli che ne attestano la morte o la totale inutilità è quindi necessaria una precisazione. Per anni il Pagerank è stato un indice “in chiaro”, ovvero un valore reso visibile dalla stessa Google per permettere ai webmaster di conoscere la valutazione dei loro siti e questo, in effetti, non esiste più, ma il Pagerank in senso più ampio è da intendersi come la valutazione globale che Google dà ad una specifica pagina, per definire come collocarla nella SERP, in questo senso il Pagerank è ancora attuale.

Il valore che classifica una pagina web relativamente ad una specifica ricerca dipende da un algoritmo molto complesso: se fino a pochi anni fa ciò che contava erano le parole chiave e il numero di link e backlink ad una pagina, oggi non è più così. 

Google oggi analizza ed elabora numerosi fattori per determinare la rilevanza, la fruibilità e la coerenza di una pagina relativamente ad una specifica ricerca.

Quali sono quindi i fattori che impattano sul ranking di una pagina o di un sito?

Contenuti

Google premia le pagine che hanno contenuti multimediali di valore. La valutazione si basa su diversi indici, tra cui la rilevanza dei contenuti, la lunghezza dei testi e la presenza di immagini o video.

  • Lunghezza dei testi: sono ormai alcuni anni che Google premia le pagine contenenti in media 1700 parole. La lunghezza del testo permette infatti a Google di analizzare meglio i contenuti e verificare se vi sono riferimenti semantici che rafforzano la parola chiave. La lunghezza dei testi è particolarmente importante per siti che trattano di investimenti finanziari, dove è fondamentale descrivere nel dettaglio i diversi prodotti, mentre ad esempio nel settore dell’arredamento, le pagine coi migliori risultati in termini di SERP, hanno testi brevi, ma molte più immagini della media.
Ranking factors: words per page
analisi Searchmetrics – niche ranking factors 2018
  • Video: se è vero che sui social media il maggior numero di interazioni è registrato sui video, questo non si riflette nel posizionamento sui motori di ricerca. Sono meno della metà delle pagine con il miglior ranking che hanno un video al loro interno. Anche in questo caso vi sono però differenze sostanziali tra i diversi settori: i siti di ricette o quelli di viaggio contengono più video rispetto al settore dell’arredamento che predilige le foto ai video.

La scelta deve quindi essere ponderata, perché aggiungere contenuti multimediali può essere penalizzante in termini di tempo di caricamento della pagina e può quindi portare l’utente ad abbandonare la ricerca prima di avere visualizzato i risultati, soprattutto nel caso in cui tale ricerca sia effettuata mediante un dispositivo mobile.


User experience

Google offre il suo servizio di ricerca a milioni di persone, ricavando innumerevoli informazioni e riscontri sui comportamenti degli utenti. Tali informazioni vengono quindi analizzate con sistemi di intelligenza artificiale e sono utilizzate per affinare gli algoritmi che definiscono i ranking dei siti. I fattori più semplici da monitorare, che impattano direttamente sulla SERP, sono il Click Through Rate (CTR), il Bounce Rate, e il tempo di permanenza sul sito. Google rende disponibili queste informazioni tramite lo strumento Google Analytics, lo strumento di analisi del traffico dei propri siti, disponibile gratuitamente on line. Ma vi sono altri elementi che portano ad una positiva user experience.

  • Leggibilità: abbiamo già accennato al fatto che Google valuta positivamente la leggibilità di ogni pagina ai fini della SERP. Per migliorarla si possono seguire alcuni accorgimenti:
    • la dimensione del testo deve essere almeno 12 punti, quella dei titoli almeno 14;
    • la presenza di elenchi e di liste aiuta nella scansione e nella lettura del testo e permette di rendere subito evidenti alcuni concetti chiave. Solitamente le pagine dove la presenza di testi e dominante rispetto ai video o alle immagini, hanno maggiore necessità di suddividere i contenuti utilizzando le liste;
    • la presenza dei cosiddetti “rich snippet” o di tabelle comparative è un altro elemento che può aiutare a migliorare il ranking; questo perché nella SERP è sempre più frequente la presenza di risultati “misti”, che Google può caricare, se e solo se sono stati creati da chi ha prodotto la web page.
Ranking factors: # of lists
analisi Searchmetrics – niche ranking factors 2018

Requisiti tecnici

Nella valutazione di Google è fondamentale che le pagine siano accessibili, fruibili e ottimizzate dal punto di vista tecnico. Fattori quali la velocità di caricamento, le dimensioni dei file e l’ottimizzazione per i dispositivi mobili hanno un peso importante nel ranking di Google.

  • URLs HTTPS: Qualche anno fa Google aveva annunciato che il protocollo Https sarebbe diventato un fattore rilevante per il posizionamento. Tale protocollo infatti aumenta la sicurezza nelle comunicazioni tra client e server, crittografando le informazioni in transito ed è quindi utile per garantire maggiore privacy agli utenti. Tuttavia se un sito non ha una funzionalità di e-commerce e non richiede dati agli utenti, l’autenticazione potrebbe in fase iniziale penalizzare il posizionamento e non dare anche nel medio termine, miglioramenti significativi. Anche in questo caso, la scelta deve essere basata su un’analisi preventiva del proprio sito e degli obiettivi che si vogliono raggiungere.
  • Uso di H1 e H2. La formattazione della pagina web è essenziale per offrire all’utente una migliore leggibilità del testo. Tuttavia, quando stiamo creando una web page, dobbiamo ricordare che stiamo scrivendo non solo per i lettori, ma anche per Google. Non basta quindi utilizzare il grassetto o aumentare le dimensioni del carattere, occorre indicare a Google che stiamo usando titoli (H1) e sottotitoli (H2) – molti degli applicativi più diffusi permettono di creare fino a 6 livelli di titolo -. Solo in questo modo Google può apprezzare la leggibilità e premiare la pagina in termini di posizionamento
  • Tag, metatag, ALT text, description, mark up. Ormai è chiaro che quando viene create una web page, occorre tenere conto di due diverse esigenze di lettura: quella dell’utente e quella del crawler utilizzato da Google per effettuare la scansione dei siti. Per facilitare il compito a Google, rendere più veloce e semplice la scansione delle pagine e aumentare quindi le probabilità che le nostre pagine e i nostri siti vengano correttamente indicizzati, è buona norma corredare ogni pagina di opportuni tag, metatag, descrizioni, ALT text – per le immagini –  ed eventualmente mark up, ovvero dei microdati che aiutano i motori di ricerca a comprendere i contenuti e quindi a valutarli ai fini di una specifica SERP. Si tratta di accorgimenti noti ai webmaster e i cui risultati possono in buona parte essere monitorati utilizzando lo strumento Google Search Console.

Riassumendo: posto che le pagine web sono create per fornire informazioni a clienti effettivi e potenziali, a fornitori e a tutti i portatori di interesse verso l’Azienda, è indispensabile che tali contenuti siano indicizzati correttamente da Google per poter essere visualizzati nei risultati delle ricerche.

L’obiettivo non deve essere necessariamente essere al primo posto nella SERP, ma quello di essere trovati dal pubblico che si vuole indirizzare.