Cambiare il sito aziendale è un’attività costosa, non tanto o non solo in termini di denaro, ma soprattutto di tempo, di conseguenza è importante domandarsi SE e QUANDO è il caso di cambiare il sito aziendale, ovvero quali sono i benefici che possono derivare dal suddetto investimento
In primo luogo, per modificare il sito aziendale, occorre averne uno, considerazione lapalissiana, che deriva da un dato non altrettanto scontato: le ultime rilevazioni ISTAT 2016, indicano infatti che in Italia, le “imprese con almeno 10 addetti, che hanno un sito Web/home page o almeno una pagina su Internet” sono il 71,31% del totale, percentuale che nelle aziende con più di 250 addetti sfiora il 90%, ma che è tenuta bassa dalle numerosissime piccole aziende, che non hanno un sito aziendale nella misura di 3 ogni 10.
Sono quindi ancora moltissime le imprese in Italia, che non trovano all’interno dei loro bilanci, alcuna giustificazione per investire sulla presenza on line, alcune di queste, probabilmente frenate proprio dalla natura di un sito web, che richiede costante manutenzione ed aggiornamento.
Un recente studio di Orbit Media su alcuni tra i più famosi siti on line, fatto utilizzando l’archivio Wayback Machine, indica una media di 2 anni e 7 mesi di vita utile prima che un sito diventi obsoleto. I timori delle aziende italiane sono quindi fondati? Ovviamente no.